Imparare ad accettare il distacco, la separazione, il limite, non significa necessariamente rinunciare ad ogni possibilità di riconciliazione.
Se nella concretezza della realtà le scelte sono inevitabili e spesso irreversibili e per affermare se stessi bisogna negare qualcosa, nell’arte si dà la possibilità di sovvertire tale processo e ricostituire l’equilibrio: essa ricompone, risana le fratture tra condizioni apparentemente opposte, permette di guardare non tanto in una direzione mai presa in considerazione, ma piuttosto attraverso molteplici prospettive, cercando il nuovo nell’interazione tra diversità.